Come valutare il proprio progetto

Perché valutare il proprio progetto (e, già che ci siamo, auto-valutarsi)?
Ci sono due motivi semplici ma cruciali.

Il primo: un’idea valida e interessante può trasformarsi nel peggiore dei vostri incubi se non ha le gambe per stare in piedi. Per questo la sostenibilità di ogni iniziativa si deve misurare fin dalle prime fasi di progettazione ed è questione, semplicemente, non rimandabile.
Il secondo motivo riguarda la comunicazione. Come potete spiegare la vostra idea e il vostro progetto se voi per primi non ne conoscete ogni aspetto? Quali strumenti di comprensione potete fornire agli stakeholder se non siete in grado di spiegare la vostra iniziativa nei particolari?

Ecco, a tutto questo serve un esercizio preventivo di autovalutazione: aiutarvi a definire al meglio la vostra idea progettuale, monitorarne lo sviluppo e verificarne i risultati. Per voi che la state portando avanti. Per coloro che potrebbero volerla sostenere e rafforzare.

Prima di partire

1) I tuoi obiettivi sono chiari e misurabili?

Un progetto è fatto di obiettivi. Senza obiettivi non c’è alcun progetto. La valutazione preventiva, quindi, serve a capire se gli obiettivi sono perseguibili e, per farlo, occorre prima di tutto che siano CHIARI e DEFINITI e possibilmente MISURABILI. Meglio è suddividerli per tipologia o per arco temporale di riferimento: ci possono essere obiettivi strategici che intendete raggiungere in un giorno lontano e altri, invece, che si trovano dietro l’angolo. Obiettivi economici, obiettivi professionali, obiettivi sociali, obiettivi culturali.
Ricorda: le prime domande che ti faranno saranno: “Perché lo fai? A cosa serve questo progetto? Se parti dagli obiettivi la risposta potrà essere formulata in modo naturale e chiaro.

Check list

  • Quali sono gli obiettivi che il progetto intende perseguire?
  • Come intendi misurarli?

2) Conosci il contesto in cui vuoi operare?

Perché diano origine sensata a un progetto, gli obiettivi devono rispondere a un qualche bisogno. Devono possibilmente occupare uno spazio vuoto. Soddisfare una domanda a cui niente e nessuno ha ancora risposto, oppure fornire una risposta originale a una domanda che esiste da tempo.
Occorre, quindi, che sia ben studiato il campo in cui si va a giocare. Qualcun altro ha già avuto un’idea simile? Si tratta di un bisogno già avvertito dal mio pubblico di riferimento, oppure esiste solo nella mia immaginazione? Chi sono i miei potenziali compagni di viaggio e che valore aggiunto mi possono dare? E i miei concorrenti?

Check list

  • A chi serve il mio progetto?
  • Quali bisogni soddisfa?
  • Ci sono già dei soggetti attivi nel medesimo ambito?
  • Sono potenziali partner o potenziali concorrenti, oppure entrambi?

Un’idea non è buona in sé e per sé, ma se risponde a dei bisogni (possibilmente non solo ai tuoi). Ascolta, intervista, parla con gli interlocutori del territorio: con i rappresentati degli enti territoriali, con le associazioni, gli imprenditori, con tutti coloro che credi possano avere una visuale interessante del territorio, reale o virtuale, in cui ha scelto di operare. Fonda l’utilità della tua idea su dei dati e delle informazioni pertinenti. Il nostro mondo è pieno di dati e alcuni di questi possono essere utili al tuo scopo. Se non li trovi, raccoglili. Se non hai le competenze per farlo, considera di chiedere aiuto.

3) Hai valutato i diversi aspetti della sostenibilità?

Un progetto può prevedere un’unica tipologia di attività o, più probabilmente, può declinarsi in uno spettro di azioni diverse. Valutarle significa chiedersi se e a quali condizioni siano sostenibili sotto i vari profili: organizzativo, economico, finanziario, etc. Si possono, così, individuare le eventuali criticità e debolezze: sono già presenti tutte le competenze necessarie o bisogna trovarle? Sono stati individuati gli spazi idonei? Con quali risorse si intende coprire i costi? Quali leve di comunicazione e marketing bisogna muovere per garantire la loro efficacia?

Check list

  • Quali risorse (umane, fisiche, economiche…), avete già e quali dovrete procurarvi?
  • Quali sono le attività core, cioè fondamentali e irrinunciabili?
  • Quali quelle accessorie alle quali potreste rinunciare in caso di necessità?
  • Avete un “piano B”?

Durante il viaggio (e dopo)

4) Rimani in ascolto dei tuoi stakeholder

Sono loro quelli per cui stai lavorando. Un progetto “in solitaria” ha meno chance di successo di un progetto inserito in una comunità di interessi condivisi. Per questo è importante rimanere sintonizzati sulle esigenze e sulle aspettative dei portatori di interesse che ruotano intorno alla tua iniziativa. In questo modo sarai anche in grado di tenere monitorati i bisogni cui intendi rispondere. Per farlo, usa strumenti di analisi e di ascolto (es. interviste, questionari…).

Check list

  • Ha individuato chi sono gli stakeholder del tuo progetto e quali interessi possono avere verso il tuo progetto?
  • Hai impostato un sistema di ascolto (formale o informale) dei tuoi utenti/fruitori?
  • Riesci a rispondere alle aspettative e alle sollecitazioni suscitate dal coinvolgimento degli stakeholder?

5) Misura la tua efficacia in base agli obiettivi

Stai allerta. Non aspettare che sia finito per capire cosa non va nel tuo progetto: la verifica che entra a regime nella vita del progetto ti permette di migliorarlo nel tempo.

Check list

  • Hai raggiunto i tuoi obiettivi? Attenzione: riesci a rispondere a questo domanda solo se ti sei preoccupato di definirli prima e hai pensato a come misurarli!
  • Sei in grado di operare i cambiamenti necessari a migliorare il progetto?

 6) Verifica i tuoi impatti

Un progetto culturale non è valido in sé per sé. I valori artistico e culturale sono ovviamente importante, ma prova a verificare, in base agli obiettivi che ti eri prefisso, se il progetto è riuscito a generare altri valori e ha prodotti impatti diversi; se ha, ad esempio, contribuito alla crescita delle persone coinvolte, se ha generato delle economie intorno a sé. Ricorda infatti che un progetto può avere un impatto non solo culturale, ma anche sociale ed economico.

Check list

  • Il tuo progetto è stato efficace? Per chi? Come?
  • È stato apprezzato dagli utenti?
  • Ha coinvolto diversi tipi di utenti e di comunità?
  • Ha accresciuto le conoscenze del tuo pubblico? Ha stimolato la sua creatività?
  • Ha contribuito a migliorare condizioni di vita delle persone o di collettività?
  • È stato attento alle esigenze ambientali?

Per misurare tali impatti, esistono diversi strumenti e approcci. A questo proposito puoi approfondire leggendo l’interessante manuale del LEM The Learning Museum, che benché pensato per i musei, ti può offrire indicazioni utili (lo trovi qui). Un’analisi approfondita degli impatti, richiede in realtà qualche competenza di analisi e di statistica. Se non hai competenze interne per valutarli, considera di chiedere aiuto.

7) Comunica i risultati del progetto e della valutazione agli stakeholder

Saper misurare i risultati e gli impatti del proprio progetto serve anche a poterli comunicare all’esterno: ai vostri partner, ai committenti, agli sponsor, alle istituzioni… poter fornire dati e statistiche attendibili migliora la vostra immagine professionale e permette ai vostri interlocutori di farsi un’idea precisa della validità del vostro lavoro.

Check list

  • Hai individuato i risultati da comunicare?
  • Come comunicherai i risultati?
  • A chi li comunicherai?

Altri Vademecum